Chiesa parrocchiale SS. Annunziata

La chiesa parrocchiale della SS. Annunziata di Quadrelle è parte della valle munianense e quando nel 1395 Mugnano diviene un feudo dell’abbazia di Montevergine anche Quadrelle, insieme ad altri diversi territori della valle, rientra nel feudo fino al 1511 quando la Commenda di Montevergine passa al Cardinale Ludovico D’Aragona, nipote di Ferdinando I, che vende la sua Commenda alla Casa dell’Annunziata di Napoli, pertanto diventa dipendenza dell’Ave Gratia Plena di Napoli.

La chiesa di Quadrelle, sotto il governo dell’A.G.P. di Napoli acquista una certa autonomia tanto che il piccolo edificio sacro viene ampliati ed affiancato dall’attuale campanile.

Un documento del 1629 attesta la richiesta dell’Università di Quadrelle di costituirsi di Parrocchia indipendente da Mugnano del Cardinale: da questo periodo inizia la storia religiosa di Quadrelle come chiesa autonoma e dotata di una propria giurisdizione.

Intorno al 1650 alla dipendenza della chiesa parrocchiale nasce un’altra chiesa dedicata alla SS. Assunta con l’intento di radunare la popolazione per dar loro modo di pregare e di compiere opere di beneficenza.

All’inizio del 1700 la chiesa della SS. Annunziata vede il massimo splendore e ogni domenica si celebravano suggestive funzioni religiose con grande partecipazione della collettività.

Un’importante opera esistente all’interno della Chiesa è il tabernacolo del 1500, in un unico blocco di marmo bianco, attribuito a Girolamo Santacroce, importante scultore napoletano del XVI sec. e completamente restaurato nel 2006. Su di esso sono raffigurati, in bassorilievo, episodi dell’Antico e Nuovo Testamento, (la manna, pane di Elia, il sacrificio di Abramo e l’ultima cena); sono riprodotti, inoltre, lo stemma dell’Abbazia di Montevergine e lo stemma della Santa Casa dell’Annunziata di Napoli (A.G.P.), come segno di testimonianza dei vari passaggi di appartenenza.

Un’altra importante opera è la pala in legno raffigurante l’Annunciazione e collocata al centro dell’altare. Questa pala, originariamente faceva parte di un trittico andato perduto e di cui oggi si conserva solo questa icona.
Questa opera, che risale nell’anno 1500, è stata recentemente restaurata e riportata al suo antico splendore. Raffigura la Madonna con libro in mano, simbolo di sapienza che ascolta l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele. Sullo sfondo si vede un tempio e un giglio simbolo di purezza, tutto questo sotto lo sguardo severo dell’Eterno Padre, che sembra dominare la scena dall’alto.

Un’altra opera di fattura non raffinatissima nell’insieme ma pregevole in alcuni suoi particolari è la tela che rappresenta il transito di S. Giuseppe datata 1731, e firmata da N. Brancia, completamente restaurata nel 2005 e restituita, così, alla brillantezza dei suoi colori originari. Rappresenta la morte di S. Giuseppe sotto lo sguardo dell’Eterno Padre e di Gesù, al fianco di Giuseppe c’è Maria e un affettuoso Gesù che sostiene il padre morente. Ai piedi del letto l’Arcangelo Gabriele, testimone anche nell’ora suprema. Un angelo mostra ai fedeli un bastone fiorito, segno della vocazione di Giuseppe. Esso è posto su un altare laterale a sinistra della Chiesa.

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